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Papa Francesco: risposta alle madri delle “villas” di Buenos Aires, che gli avevano scritto su aborto. “È una questione di etica umana, continuate ad andare avanti”

Papa Francesco ha inviato una risposta autografa scritta alle donne delle villas Rodrigo Bueno, Villa 31 e José León Suárez di Buenos Aires, che gli avevano scritto chiedendo un suo intervento contro la legge sulla legalizzazione dell’aborto, che sta per arrivare in Parlamento, su volontà dell’attuale Governo.
Come scrive l’agenzia Aica, la lettera porta la data del 22 novembre ed è indirizzata alla deputata Victoria Morales Gorleri: “Grazie mille per il vostro messaggio e per la lettera delle signore. Sono davvero donne che sanno cos’è la vita. Per favore, dica loro da parte mia che ammiro il loro lavoro e la loro testimonianza, che le ringrazio dal profondo del cuore per quello che fanno e che continuino ad andare avanti”, scrive il Papa, che prosegue: “La patria è orgogliosa di avere donne del genere”. Quanto all’aborto, “tenete presente che non si tratta di una questione principalmente religiosa ma di un’etica umana, anteriore a ogni confessione religiosa”. In tale ottica, “è bene farsi due domande: è giusto eliminare una vita umana per risolvere un problema? È giusto affittare un sicario per risolvere un problema? Grazie per tutto quello che fate”.

A 50 anni dalla legge sul divorzio

Ricordiamo quest’anno una triste ricorrenza: i cinquanta anni della legge sul divorzio. Nessuno ne parla più, ma la sua approvazione ha segnato un cambiamento epocale nella mentalità degli italiani, di cui oggi vediamo tutte le amare conseguenze. A rimetterci sono soprattutto i bambini.

Leggi qui l’articolo di Federico Catani, direttore della campagna SOS Ragazzi.

(Qui lo stesso articolo in formato PDF).

Premio Internazionale Alessio Solinas

Cari studenti e cari professori, è giunto alla XXXIV edizione il concorso europeo – Premio Internazionale Alessio Solinas – per studenti delle scuole superiori e delle università di tutta Italia. Si tratta di un’importante opportunità che il Movimento per la Vita Italiano offre alle giovani generazioni per riflettere, con il supporto di questo dossier e con l’aiuto degli insegnanti, su questioni che possono aiutarci a comprendere meglio la direzione da prendere nella vita, ma anche nella dimensione pubblica e sociale, nazionale e internazionale; che hanno la capacità di mobilitare energie costruttive per il bene di tutti e di ciascuno; che hanno una grande forza trasformatrice e rigeneratrice. Inoltre, per moltissime ragazze e ragazzi, il concorso ha aperto un cammino di crescita ed è stata l’occasione per stringere amicizie. L’iniziativa che anche quest’anno vi presentiamo è accompagnata da importanti patrocini, dal lavoro di numerosi volontari e soprattutto dalla ricca e gioiosa partecipazione di tante ragazze e di tanti ragazzi. Marco, uno studente che ha partecipato al concorso qualche anno fa, una volta ci ha scritto che grazie ad esso ha capito «che alla base della buona politica c’è prima di tutto un ideale grande, un’importante visione dell’uomo, la ricerca del bene comune e una logica di servizio; che è sempre indispensabile il rispetto di chi si ha davanti e la necessità di non pensare solo a noi stessi; che c’è l’idea di un’Europa da far crescere anche con il nostro supporto fattivo». Il concorso è detto “europeo” perché è nato prendendo spunto dal progetto politico più rilevante del nostro tempo: l’Unione Europea. Come sappiamo, quando si parla di Unione Europea, vengono a galla i temi della competitività economica, della politica finanziaria, del mercato unico, dello sviluppo sostenibile, della sicurezza sociale, della mobilità; ma possiamo limitarci a guardare a questa enorme organizzazione articolata in varie istituzioni e che raccoglie 27 Paesi che coprono gran parte del continente soltanto in chiave economica? È questa l’anima dell’Europa? Certamente no, perché l’anima dell’Europa sono i valori propri dell’autentico umanesimo, quelli cioè che fondano e sviluppano il patrimonio culturale e spirituale del “vecchio continente”: la fratellanza, i diritti umani, la pace, la giustizia, e al centro vi è l’uguale e inerente dignità di ogni essere umano che, concretamente, si traduce nel riconoscimento del diritto alla vita di ogni essere umano dal concepimento, cioè dal momento in cui ciascuno di noi ha cominciato a esistere.
Il titolo di quest’anno è “Una società a misura di mamma: un sogno possibile?”. Un titolo pensato da giovani per giovani, partendo dalla convinzione che la nostra società non sia capace di riconoscere un adeguato spazio di ascolto, sostegno e soprattutto valorizzazione alle madri, figure sociali fondamentali per il ruolo educativo all’interno della famiglia e con un impatto positivo e costruttivo anche nel mondo del lavoro.
Il tema del concorso, diverso ogni anno, è accompagnato da un dossier finalizzato a fornire a docenti e studenti alcune piste di riflessione per avviare l’indagine, impostare e costruire l’elaborato. La riflessione sulla maternità è a 360 gradi e dunque inizia dalla specialissima, unica e straordinaria fase della gravidanza: il figlio che vive e cresce nel grembo della sua mamma! Anche questa è una fase della maternità che merita attenzione, sostegno, tutela. La società ha il dovere di proteggere la maternità come un bene prezioso, eppure… quante contraddizioni! E quanti paradigmi che impongono una scissione tra donna e maternità, tra donna e vita nascente! Gli spunti di riflessione sono accompagnati da alcune testimonianze che possono aiutare gli studenti a confrontarsi con esperienze magari vicine al loro vissuto. È davvero necessario restituire alla donna l’armonia dei suoi ruoli per costruire il futuro sull’alleanza tra la donna e la maternità sin da quando il figlio comincia a vivere nel suo grembo. Una società che non è a misura di madre non è nemmeno a misura di donna: ecco perché è urgente una narrazione nuova e autentica di questo binomio. Il dossier, scaricabile anche dal sito www.prolife.it nella sezione “concorso scolastico”, è ricco di novità utili sia per agevolare e impostare il lavoro dei docenti, sia per guidare le riflessioni dei ragazzi. Per saperne di più e per promuovere il concorso nelle scuole del proprio territorio, è possibile consultare l’elenco dei referenti regionali all’interno del dossier, oppure scrivere a info@concorsoeuropeo.org. Buon lavoro!

Marina Casini Bandini
Presidente del Movimento per la Vita Italiano

Nel bresciano un sussidio alle madri che rinunciano all’aborto

Il Comune di Iseo darà 160 euro al mese per un anno e mezzo alle donne che hanno deciso di non abortire. E subito è scattata la polemica.

Leggi qui l’articolo completo di Valentina Dardari.

Aborto, svolta del Piemonte: i Cav entrano in ospedale

Forte del parere dell’avvocatura regionale, la Regione Piemonte di Cirio ha rigettato le linee guida di Speranza sugli aborti fai da te: «La RU 486 solo con ricovero, mai più aborti in consultorio né a casa». Ma finisce anche un tabù lungo 40 anni: per la prima volta un Movimento per la Vita entra negli ospedali pubblici dalla porta principale: «Allo studio uno sportello in corsia: informeremo le donne su come essere aiutate a proseguire la gravidanza» ha detto l’assessore Marrone alla Bussola. Spiazzati PD e il ginecologo radicale Viale: «Ha ammesso che la legge ci dà ragione».

Leggi l’intervista completa di Andrea Zambrano all’assessore Maurizio Marrone su La Nuova Bussola Quotidiana.

Grazie al Centro aiuto alla vita nati a Bergamo 150 bambini

Dal sito de L’Eco di Bergamo:

Sono stati 150 i bambini nati nel 2019 che hanno ricevuto un sostegno dal Centro aiuto alla vita di Bergamo, al quale si sono rivolte 446 donne, di cui 211 in attesa di un figlio, 235 già madri (53%). Fondato nel 1980 il Cav ha visto nascere in tanti anni di attività ben 4.870 bambini, ma i numeri sono da tempo in calo. «Ormai dal 2014 il trend negativo è costante – spiega la presidente Anna Rava Daini –. Non significa purtroppo che le donne hanno meno bisogno di aiuto. La diminuzione delle nostre utenti è in linea con il calo demografico che si registra a Bergamo. Rispetto al 2018 abbiamo avuto in meno 38 nati e 168 donne. Se non ci fosse il contributo delle nascite da parte delle donne immigrate, il dato della denatalità sarebbe ancora più marcato».

Le donne che si rivolgono al Cav sono spinte soprattutto da problemi economici, mancanza di lavoro, una difficile situazione abitativa. La maggior parte sono di origine straniera (91,7%) e vivono per il 46% in città, per il 54% in provincia (il Cav di Bergamo ha in carico altri 130 comuni). Il Cav fornisce un aiuto economico che nel 2019 si è concretizzato in 284 buoni alimentari (per 11.470 euro); 51 buoni spesa farmacia (2.550 euro); contributi in contanti (3.800 euro). Tra i beni donati alle famiglie 39 passeggini, 20 carrozzine, 17 lettini, 10 culle, 4 seggioloni; tra il vestiario 128 corredini nuovi, 473 pacchi di indumenti di seconda mano, 634 pacchi di pannolini.

Leggi qui l’articolo completo di Laura Arnoldi.

Santa Sede: “L’eutanasia è un atto omicida”

No ad eutanasia e suicidio assistito, sì alla “compassione” come capacità di stare accanto ai malati, in ogni fase della loro vita. È la lettera Samaritanus bonus, elaborata dalla Congregazione per la dottrina della fede e pubblicata oggi. “Aiutare il suicida è un’indebita collaborazione ad un atto illecito”, il monito del testo: dinanzi a leggi che legittimano – sotto qualsiasi forma di assistenza medica – eutanasia o il suicidio assistito è legittima l’obiezione di coscienza. No ad accanimento terapeutico, sì a cure palliative.

Leggi qui la lettera. Scarica qui il testo in PDF.

Al Cardinale Bassetti, Presidente Cei. Il disinteresse del mondo cattolico sulla strage degli innocenti

Una coraggiosa lettera di don Gabriele Mangiarotti, dell’Ufficio Diocesano per la cultura, la scuola e l’insegnamento della religione cattolica (IRC), Diocesi San Marino-Montefeltro, al Cardinale Bassetti, presidente della CEI (testo integrale qui):

Eccellenza, siamo un gruppo di sacerdoti e di fedeli di varie città italiane, da tempo impegnati nella battaglia culturale e politica perché abbia termine lo sterminio dei nascituri nel nostro Paese.
Le scriviamo per confidarLe anzitutto il nostro sconforto e il nostro sconcerto, che perdura ormai da molto tempo, di fronte al pressoché totale disinteresse del mondo cattolico italiano verso la strage degli innocenti che viene portata avanti da 42 anni con accanimento ideologico, politico e giudiziario nella nostra Nazione.
Tutti i movimenti, le associazioni e le nuove comunità laicali non intervengono più pubblicamente da decenni, non intraprendono iniziative pubbliche, non mobilitano i loro aderenti, non interpellano la politica, non scrivono sui giornali, non fanno conferenze o azioni pubbliche, non fanno insomma assolutamente nulla di fronte a questo massacro. Solo alcuni piccoli gruppi pro-life, di cui anche noi facciamo parte, si dibattono disperatamente per fare tutto ciò che possono in questo silenzio generale, come voces clamantium in deserto.
Lei sicuramente conoscerà le cifre di questo genocidio, che, con lo sviluppo dell’aborto farmacologico (pillole e spirale), ha superato ormai nella sola Italia il milione di feti o embrioni uccisi ogni anno, pari a 2700 bambini nascituri uccisi ogni giorno.

(continua qui…)