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Il Papa: la famiglia è solo quella tra uomo e donna

Papa Francesco ha affrontato anche il tema dell’aborto selettivo. «Ho sentito dire che è di moda – ha detto -, o almeno è abituale che quando nei primi mesi di gravidanza si fanno gli studi per vedere se il bambino non sta bene o viene con qualcosa, la prima offerta è: “lo mandiamo via”». «L’omicidio dei bambini: per risolvere la vita tranquilla si fa fuori un innocente». «Da ragazzo – ha aggiunto Francesco – la maestra che faceva storia ci diceva della rupe, per buttarli giù, per salvaguardare la purezza dei bambini. Una atrocità, ma noi facciamo lo stesso». «Perché – si è chiesto ancora il Papa ad alta voce – non si vedono nani per la strada? Perché il protocollo di tanti medici dice: viene male, mandiamolo via». «Il secolo scorso – ha scandito il Pontefice – tutto il mondo si è scandalizzato per quello che facevano i nazisti. Oggi facciamo lo stesso ma con i guanti bianchi».

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Lettera al Popolo della Vita – 5

In questo mese di maggio si sono compiuti i 40 anni della Legge 194 del 22 maggio 1978, una ricorrenza triste perché ricorda i quasi 6 milioni di bambini eliminati prima della nascita con il sostegno e l’incoraggiamento dello Stato. In questo stesso mese, però, il 13 maggio si è celebrata anche la Festa della mamma, un evento lieto che fa riflettere sul significato della maternità.
Sui 40 anni della legge 194 il punto essenziale è il tema dello sguardo. La differenza tra chi difende la legge e chi la critica è contrassegnata dal rifiuto dello sguardo dei primi sul figlio concepito non ancora nato. In nessuna legge, atto internazionale o sentenza è scritto che il fondamento della legalizzazione dell’aborto è la negazione della individualità umana del concepito: si parla sempre di altro. La stessa domanda “chi è il concepito, un essere umano o una cosa?” viene rifiutata. Viceversa il riconoscimento che il figlio anche prima di nascere è un essere umano, un soggetto, uno di noi è alla base di quanti proclamano il diritto alla vita fin dal concepimento e si impegnano per aiutare le madri a superare le difficoltà della gravidanza difficile o non desiderata.

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Maternità surrogata (c.d. “utero in affitto”)

Chiunque, in qualsiasi forma, realizza, organizza o pubblicizza la commercializzazione di gameti o di embrioni o la surrogazione di maternità è punito con la reclusione da tre mesi a due anni e con la multa da 600.000 a un milione di euro.

Art. 12, comma 6 della Legge 19 febbraio 2004, n. 40 (Norme in materia di procreazione medicalmente assistita).

Legge 19 febbraio 2004, n. 40

Norme in materia di procreazione medicalmente assistita. (GU n.45 del 24-2-2004)

Art. 12, comma 6:

Chiunque, in qualsiasi forma, realizza, organizza o pubblicizza la commercializzazione di gameti o di embrioni o la surrogazione di maternità è punito con la reclusione da tre mesi a due anni e con la multa da 600.000 a un milione di euro.

Lettera al Popolo della Vita – 4

È urgente rafforzare la dimensione culturale del Movimento sulle frontiere della Bioetica e del Biodiritto. Con riferimento a questo aspetto è indispensabile il collegamento tra gli aspetti culturali e gli aspetti assistenziali: il lavoro dei CAV, insieme ai servizi Progetto Gemma e SOS Vita, alle Case di accoglienza e alle “culle”, rende credibili le parole pronunciate in ambito educativo e culturale; nello stesso tempo gli stessi CAV, Progetto Gemma e SOS Vita, si arricchiscono e si qualificano maggiormente se connessi ad iniziative che promuovono la dimensione culturale, educativa e formativa.

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