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Il card. Eijk accusa la teoria del gender

Riportiamo qui l’intervento del card. Willem Jacobus Eijk, arcivescovo metropolita di Utrecht, al Rome Life Forum che si è svolto alla Pontificia Università dell’Angelicum, a Roma, gli scorsi 16-17 maggio 2019.

Papa Francesco: “L’aborto non è mai la risposta che le donne e le famiglie cercano”

Papa Francesco:

“L’aborto è un problema pre-religioso. È un problema umano. Non carichiamo sulla fede un qualcosa che non c’entra. È un problema umano. Soltanto due frasi ci aiuteranno a capire bene questo. Due domande: è lecito fare fuori una vita umana per risolvere un problema? È lecito affittare un sicario per risolvere un problema? A voi la risposta!”.

“L’aborto non è mai la risposta che le donne e le famiglie cercano. Piuttosto sono la paura della malattia e la solitudine a far esitare i genitori”.

Leggi l’articolo completo su acistampa.

Leggi il testo completo del papa su vatican.va o sul sito di Alleanza Cattolica.

Leggi il commento di Marco Invernizzi sul sito di Alleanza Cattolica.

Un altro passaggio significativo del discorso di papa Francesco:

«A me viene in mente una storia che io ho conosciuto nella mia altra Diocesi. C’era una ragazzina di 15 anni down che è rimasta incinta e i genitori erano andati dal giudice per chiedere il permesso di abortire. Il giudice, un uomo retto sul serio, ha studiato la cosa e ha detto: “Voglio interrogare la bambina”. “Ma è down, non capisce…” “No no, che venga”. È andata la ragazzina quindicenne, si è seduta lì, ha incominciato a parlare con il giudice e lui le ha detto: “Ma tu sai cosa ti succede?” “Sì, sono malata…” “Ah, e com’è la tua malattia?” “mi hanno detto che ho dentro un animale che mi mangia lo stomaco, e per questo devono fare un intervento” “No… tu non hai un verme che ti mangia lo stomaco. Tu sai cos’hai lì? Un bambino!” E la ragazza down ha fatto: “Oh, che bello!”: così. Con questo, il giudice non ha autorizzato l’aborto. La mamma lo vuole. Sono passati gli anni. È nata una bambina. Ha studiato, è cresciuta, è diventata avvocato. Quella bambina, dal momento che ha capito la sua storia perché gliel’hanno raccontata, ogni giorno di compleanno chiamava il giudice per ringraziarlo per il dono della nascita. Le cose della vita. Il giudice è morto e adesso lei è diventata promotore di giustizia. Ma guarda che cosa bella! L’aborto non è mai la risposta che le donne e le famiglie cercano».

Dichiarazione congiunta del Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita e la Pontificia Accademia per la Vita sul caso del Sig. Vincent Lambert

“Nel condividere pienamente quanto affermato dall’Arcivescovo di Reims, S.E. Mons. Éric de Moulins-Beaufort, e dal Vescovo Ausiliare, S.E. Mons. Bruno Feillet, in relazione alla triste vicenda del Sig. Vincent Lambert, desideriamo ribadire la grave violazione della dignità della persona, che l’interruzione dell’alimentazione e dell’idratazione comportano. Lo “stato vegetativo”, infatti, è stato patologico certamente gravoso, che tuttavia non compromette in alcun modo la dignità delle persone che si trovano in questa condizione, né i loro diritti fondamentali alla vita e alla cura, intesa come continuità dell’assistenza umana di base.

L’alimentazione e l’idratazione costituiscono una forma di cura essenziale sempre proporzionata al mantenimento in vita: alimentare un ammalato non costituisce mai una forma di irragionevole ostinazione terapeutica, finché l’organismo della persona è in grado di assorbire nutrizione e idratazione, a meno che non provochi sofferenze intollerabili o risulti dannosa per il paziente.

La sospensione di tali cure rappresenta, piuttosto, una forma di abbandono del malato, fondata su un giudizio impietoso sulla sua qualità della vita, espressione di una cultura dello scarto che seleziona le persone più fragili e indifese, senza riconoscerne l’unicità e l’immenso valore. La continuità dell’assistenza è un dovere ineludibile.

Auspichiamo, dunque, che possano essere trovate al più presto soluzioni efficaci per tutelare la vita del Sig. Lambert. A tale fine, assicuriamo la preghiera del Santo Padre e di tutta la Chiesa”.

Fonte: qui.

Utero in affitto, a Bergamo i pro-family si piegano alla politica

Raffaella Frullone su La Bussola Quotidiana:

Davanti al candidato sindaco di Bergamo, 5Stelle, che si vanta di avere comprato una bambina attraverso un utero in affitto, e di avere perciò commesso un atto che in Italia sarebbe reato, tutti tacciono: la Chiesa, le associazioni, i partiti. Ma purtroppo anche il Comitato Difendiamo i Nostri Figli ha cancellato un evento pubblico sul tema per non “disturbare” la campagna del candidato leghista.

(…)

Su Facebook Filippo Bianchi, candidato al comune di Bergamo con la Lista Lega Salvini Lombardia – che pure sostiene Stucchi insieme a Fratelli d’Italia, Forza Italia e la lista Stucchi stessa – ha scritto: «Come può il candidato sindaco Anesa, che ha commissionato la produzione di una bambina in California tramite l’abominevole pratica denominata “utero in affitto”, minimamente pensare di rappresentare Bergamo? Ci aspettiamo un segnale forte di resistenza all’incessante e vorticoso processo di degradazione morale innescato negli ultimi anni a Bergamo». Ce lo aspettiamo anche noi! E supporteremo chi sinceramente e pubblicamente si schiera dalla parte del bene.

Cassazione su utero in affitto: nessuna trascrizione in Italia per il “secondo papà”

La Corte di Cassazione ha deciso che «non può essere trascritto nei registri dello stato civile italiano il provvedimento di un giudice straniero con cui è stato accertato il rapporto di filiazione tra un minore nato all’estero mediante il ricorso alla maternità surrogata ed un soggetto che non abbia con lo stesso alcun rapporto biologico». Nessun riconoscimento quindi per i “genitore d’intenzione” che vanno all’estero per ricorrere al cosiddetto “utero in affitto”, vietato in Italia.

Leggi l’articolo completo qui.

Tribunale Venezia, la legge Cirinnà contiene disposizioni “incostituzionali”. Ma attenti…

L’atto di nascita “confezionato” dall’ufficiale dello stato civile italiano non prevede la possibilità che sia dichiarata una doppia paternità o una doppia maternità. L’impostazione del nostro sistema, orientata all’elemento naturale, prevede per l’atto di nascita un padre e una madre, non altre possibilità.

Leggi l’articolo completo su Notizie ProVita.

La Chiesa e lo scandalo degli abusi sessuali

Benedetto XVI:

Una società nella quale Dio è assente – una società che non lo conosce più e lo tratta come se non esistesse – è una società che perde il suo criterio. Nel nostro tempo è stato coniato il motto della “morte di Dio”. Quando in una società Dio muore, essa diviene libera, ci è stato assicurato. In verità, la morte di Dio in una società significa anche la fine della sua libertà, perché muore il senso che offre orientamento. E perché viene meno il criterio che ci indica la direzione insegnandoci a distinguere il bene dal male. La società occidentale è una società nella quale Dio nella sfera pubblica è assente e per la quale non ha più nulla da dire. E per questo è una società nella quale si perde sempre più il criterio e la misura dell’umano. In alcuni punti, allora, a volte diviene improvvisamente percepibile che è divenuto addirittura ovvio quel che è male e che distrugge l’uomo. È il caso della pedofilia. Teorizzata ancora non troppo tempo fa come del tutto giusta, essa si è diffusa sempre più. E ora, scossi e scandalizzati, riconosciamo che sui nostri bambini e giovani si commettono cose che rischiano di distruggerli.

Leggi il saggio completo di papa Benedetto XVI qui.