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Arcivescovo Crepaldi: contro l’aborto maggiore formazione e idee chiare sulla lotta da fare

L’aborto volontario è una delle azioni che la morale cattolica considera essenzialmente cattive davanti alle quali non c’è discrezionalità, bisogna solo non farle e contrastarle. Ciò che rende un’azione buona o cattiva è il fine, che determina la sua specie e il suo contenuto materiale. Nel caso dell’aborto la specie è la soppressione di una vita umana innocente. Per questo il suo fine non è mai accettabile. Con ciò non si entra nella questione della responsabilità personale, che riguarda la coscienza alla quale solo Dio ha accesso. Dato che l’aborto è questo, allora la pubblica autorità deve impedirlo e deve rimuovere le condizioni culturali, sociali o economiche che lo favoriscono. In altre parole l’autorità politica deve attuare delle politiche per la vita. Non vedo altre modalità di azione per chi è pro-life: agire e premere per un cambiamento dalla cultura della morte alla cultura (e alla politica) della vita.

Leggi qui l’intervista completa a mons. Crepaldi (scaricala in PDF qui)